Lettera aperta al Segretario del PD   On.  Pierluigi   BERSANI

Caro Segretario,consentimi di esprimerti, in piena libertà, le mie grandi  e gravi perplessità politiche che appaiono a tutti manifeste nella vita del partito.Dopo la personale esperienza nel PPI e prima ancora , a lungo, nella DC, avevo deciso di mettermi in “ pensione” da ogni attività politica. L’impegno del sen. Marino  in favore, ed in difesa, della laicità dello Stato e delle libertà personali mi ha spinto ad infrangere la mia vecchia decisione sperando che “ qualcosa di nuovo “ potesse accadere perché il partito, tutto assieme,  si mobilitasse su questi gravi ed importanti problemi.Volutamente tentai di cancellare dalla mia mente,  i ricordi di un mio passato politico nel PPI ed ancor prima nella DC : i ricordi di un vecchio doroteismo che ho combattuto dal 1955 da dirigente del Movimento giovanile DC, poi  da  Consigliere regionale della Calabria e poi ancora da Consigliere di Amministrazione del FORMEZ.La mia speranza era che, in un momento difficile e drammatico che il Paese viveva, potessero , dopo l’infausta stagione berlusconbossiana ,  proporsi e realizzarsi almeno i contorni di una nuova sintesi politica. Purtroppo la realtà è  il dover constatare di trovarci con un Governo Monti  rappresentante di una  “ comunità finanziaria nazionale  italiana – e non solo italiana –“  e che il partito ha sostenuto e continua a sostenere nell’illusione di poter  “salvare il Paese”. Il Partito appare, oggi,  “occupato” da un vecchio deprecabile correntismo  che lo priva  di ogni serio e franco dibattito ed elaborazione culturale e lo rappresenta come semplice aggregazione di gruppi, fazioni che si differenziano tra loro in base ad interessi ben precisi ed a spartizioni di incarichi e di poltrone. Parole come solidarietà nazionale, rinnovamento, confronto vengono ignorate perché non servono a nulla : quello che conta è il < particulare> !Il momento storico che viviamo, in cui la degenerazione e la corruzione sono dilaganti  ed il diffondersi della criminalità – bassa ed alta  dei colletti bianchi -  della mafia ed il pessimo uso delle istituzioni e del potere , spingono le donne, i giovani, la società civile, i lavoratori a preferire l’impegno all’esterno del partito che sembra non accorgersi che sarebbe stato questo il momento di andare verso un ” anticipato impegno elettorale” per rilanciare un recupero morale a tutti i livelli, individuali prima che per le istituzioni; un recupero di moralità ed etica  e pretendere un partito capace di manifestarsi seriamente impegnato verso le classi più deboli. Era necessario impegnarsi per realizzare un cambio vero di mentalità  per lo sviluppo del Paese e non favorire  l’instaurazione di  un governo rappresentante “ l’alta finanza” che ha dimostrato di non  comprendere i sacrifici  del mondo del lavoro, dei giovani , dei disoccupati.La forte crisi  delle istituzioni , dallo Stato ai partiti, avrebbe dovuto insegnare che la  “ difesa del Paese “  la si fa non con la paura di un possibile insuccesso e con gli atteggiamenti di difesa, ma  assai più con l’iniziativa ed il coraggio di rompere con tutto il “vecchio marcio”.Un governo , rappresentante di un potere economico-finanziario ,  non potrà mai essere il “governo degli ultimi “  né rappresentare il tanto decantato riformismo capace di operare una radicale  redistribuzione  delle “responsabilità “ del degrado civile, etico, sociale  in cui siamo costretti a vivere. E’ così che l’auspicato riformismo  si dimostra, giorno dopo giorno,  una illusione del cambiamento ed il consolidamento di una geometria italiana del potere che non risponde a nessuno dei teoremi istituzionali e politici  “sognati”.Vorrei che non accadesse che, da questa assurda ,  deprecabile esperienza di ” triunvirato partitito-pseudo politico” ,il partito finisse di sopravvivere uscendone fortemente indebolito.Le aspirazioni, pur legittime, dell’on. Casini rendono sempre più esplicito il disegno strategico di questo partito  proteso alla formazione - con la benedizione della curia romana- di un  partito dei cattolici-vaticani  aperto all’area berlusconiana ed ai  “cattolici integralisti” del PDLa risposta del PD dovrebbe essere quella di una apertura verso un’ampia area della sinistra, della società civile, dei giovani, dei lavoratori, delle donne , dei più deboli  e  la capacità di saper presentare ,e non annunciare, una precisa  proposta per la  riduzione “ seria “  dei parlamentari, delle provincie, degli enti inutili , per una nuova proposta per la RAI , le assicurazioni, le banche, le frequenze televisive, la difesa della laicità dello Stato e delle libertà personali senza cedere a soluzioni pasticciate in materia di politica di solidarietà e di autonomia    della magistratura.Occorre, caro  Segretario, un partito nel quale l’iniziativa di rinnovamento possa andare ben oltre i confini solo indicati , un partito capace di  propositi chiari e comportamenti coerenti, ma per far questo non servono le rivendicazioni populiste di ormai “  sbiadite bandiere” ma una azione rigorosa e coerente sul terreno dell’azione parlamentare e delle amministrazioni locali.Il partito necessita di una sua rifondazione che nasca su un  programma chiaro di riforme istituzionali, elettorali, sociali senza rinvii a tempi futuri- tipiche  chicche del governo Monti - e sulle quali finalmente misurarsi e contarsi  senza la paura  di possibili  “fughe”  che ,  non mancheranno di “ concretizzarsi “nel futuro prossimo se tutto dovesse rimanere inalterato.Un partito che afferma una politica riformista non può sperare di occultare in eterno le eventuali sua “  anime “  farcite di bieco conservatorismo.

Un cordiale saluto                                                                                                       

Sergio Scarpino